COMUNICATO STAMPA

Una cura di riforme per la pubblica amministrazione e per il processo amministrativo

Il presidente Fantigrossi: troppe impunità per l’ingiustizia amministrativa

Se in Italia non abbiamo una pubblica amministrazione all’altezza delle esigenze della società e dell’economia non possono bastare riforme parziali o ancora peggio rendere sistematico il ricorso ai commissari straordinari e ai loro poteri di deroga. Occorre una riscrittura globale delle regole dell’agire amministrativo, ponendo al centro i diritti dei cittadini e delle imprese: alla trasparenza, alla partecipazione nei procedimenti, alla risposta in tempi certi, alla qualità dei servizi pubblici, al risarcimento dei danni quando il funzionario pubblico sbaglia e lede questi diritti.
È la ricetta virtuosa proposta dal presidente dell’Unione nazionale avvocati amministrativisti, Umberto Fantigrossi, illustrata nella sua relazione di fronte all’assemblea dei delegati che si svolge oggi 28 marzo a Roma presso il Consiglio di Stato. Fantigrossi insiste poi nell’analisi che allo stato attuale il sistema della giustizia amministrativa offre un contributo troppo limitato ed sostanzialmente occasionale per ripristinare la corretta ed efficiente azione amministrativa. E ciò sia per alcune oggettive carenze della struttura (in primo luogo pochi giudici in rapporto alla popolazione e agli standard europei) sia per barriere che ne limitano l’accessibilità economica (tasse di ricorso elevate) e territoriale (concentrazione eccessiva delle competenze sul TAR del Lazio). Vi sono poi fattori che mettono in discussione la terzietà dei giudici amministrativi, come l’eccesso di incarichi governativi.
Mancano poi, secondo il presidente degli amministrativisti, adeguati raccordi con il sistema dei controlli amministrativi e va totalmente riformata l’azione di classe per l’efficienza dei pubblici servizi che ha trovato fino ad oggi scarsa diffusione mentre potrebbe fornire un’adeguata risposta all’esigenza di tutela degli utenti.
Infine, una netta presa di posizione critica è stata manifestata da Fantigrossi nei confronti dei recenti casi dei Presidenti del TAR di Brescia e di Bologna, il primo già oggetto di ampie critiche dell’avvocatura per le esternazioni contro i diritti fondamentali e la tutela dei migranti, il secondo per una serie di episodi di ostacolo al ruolo e alla funzione dei difensori. Per entrambe le situazioni viene invocato un esercizio rapido e senza sconti dell’azione disciplinare da parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, perché in entrambi i casi si tratta del mancato rispetto delle norme e dei valori della Costituzione.

Roma, 28 marzo 2019