Per l’Unione nazionale degli avvocati amministrativisti, nata a febbraio del 2014, la fine dell’anno ha rappresentato la fine della fase costitutiva, e l’ingresso nel nuovo anno segna l’avvio dell’attività a regime.
Si è compiuta nel migliore dei modi la stagione dei riconoscimenti, e comincia quella della piena operatività.

C’è stato un riconoscimento doppio, e pressoché contestuale.
Da una parte, il riconoscimento del Consiglio Nazionale Forense, disposto nella seduta del 26 settembre scorso, che ha qualificato l’Unione come associazione forense specialistica maggiormente rappresentativa (ai sensi del regolamento 11.4.2013 n. 1), in considerazione della rappresentatività delle associazioni che l’hanno costituita e della loro significativa attività formativa nel settore.
E tale riconoscimento è fondamentale, perché consente all’Unione di avere un ruolo nel futuro sistema delle specializzazioni (nel quale, peraltro, la confusione è grande).

D’altra parte, vi è stato il riconoscimento disposto dal Congresso nazionale forense di Venezia del 9-10-11 ottobre scorso.
Neppure tale risultato era scontato, e averlo ottenuto è stato – francamente – emozionante.
Si è dovuta valutare la situazione “sul campo”, con la cautela necessaria ad
evitare l’indebolimento della posizione dell’Unione che sarebbe derivato da una bocciatura congressuale.
Dopo il saluto di Umberto Fantigrossi – rimasti a “presidiare” la situazione al Congresso Fiorenzo Bertuzzi, Mariagrazia Romeo e io (con i numerosi amici che ci hanno dato una mano…) – ci siamo a lungo interrogati su cosa fare o non fare.
Ma, dopo la presentazione dell’istanza da parte di Franco Zambelli, abbiamo trattenuto il fiato, e visto approvato con ampia maggioranza il riconoscimento.
Insomma, un momento intenso, frutto di un lavoro di squadra.
E tale riconoscimento – di natura, per così dire, “politica” – consente all’Unione di essere considerata a pieno titolo una componente dell’avvocatura nelle future attività (a cominciare dalla partecipazione all’assemblea dell’Organismo unitario dell’avvocatura)

Sempre in sede congressuale vi è stata anche l’approvazione di due raccomandazioni specifiche, ma assai rilevanti per gli amministrativisti:
che il Governo si confronti con le associazioni specialistiche maggiormente rappresentative degli amministrativisti per la redazione di quel DPCM che è fondamentale per l’avvio del processo amministrativo telematico;
che l’accesso degli avvocati ai dati dei ricorsi contenuti nel sito della giustizia amministrativa sia esteso a tutti i ricorsi e non solo a quelli depositati negli ultimi 60 giorni.

Ma tutto ciò, pur assai positivo, va inquadrato in un panorama generale che resta invece assai cupo.

Non sono le specializzazioni, non è il Congresso, non è il processo amministrativo telematico: è la situazione generale di sempre più grave difficoltà che rende necessario rappresentare compiutamente – quasi “sindacalmente” – la posizione di tutti gli amministrativisti, prima che si rischi davvero l’estinzione (o per disposizione di legge; o semplicemente per venir meno del lavoro, dati i costi del contenzioso, le barriere all’accesso alla giustizia amministrativa, la mancanza di effettività della tutela offerta…)

Buon 2015!

Stefano Bigolaro