A 25 anni dalla strage di Capaci e per ricordare Falcone e Borsellino, il Consiglio di Stato ha organizzato un incontro con un folto gruppo di studenti e con i loro insegnanti che è stato un vero e proprio confronto sulla legalità. Una riflessione sul ruolo della giustizia amministrativa per la legalità e la tutela dei diritti l’ha offerta Umberto Fantigrossi, presidente dell’Unione nazionale avvocati Amministrativisti, che ha letto una lettera idealmente
diretta alla figlia, ma in realtà a tutti i giovani presenti, nella quale spiega che uno Stato che rispetta la legalità, è
quello in cui esiste la giustizia amministrativa, cioè uno Stato in cui “le Autorità accettano e praticano un sistema che mette in discussione le loro decisioni e le sottopone ad un controllo del rispetto della legge e dei canoni della giustizia
sostanziale”.

Pubblichiamo la lettera di Fantigrossi

Roma, Palazzo Spada, 23 maggio 2017

 

Lettera a Giulia sulla Giustizia Amministrativa

 

Mi rivolgo a Te, cara Giulia, che avresti voluto essere qui con me a Palazzo Spada ed invece affronti gli ultimi impegni in vista dell’esame di terza media ed insieme a Te mi rivolgo anche a tutti i giovani della Tua età che si pongono la domanda di come costruire un mondo migliore e quindi più giusto.

Giustizia e libertà sono stati gli ideali della Resistenza e sono i valori fondanti della nostra Costituzione. Per essi si sono sacrificati i giudici Falcone e Borsellino di cui oggi onoriamo la memoria ed anche tante altre vittime della mafia e del terrorismo.Il mio pensiero va ai colleghi avvocati Ambrosoli e Croce, che ben consapevoli che avrebbero perso la vita non si sono piegati alle minacce e alla via agevole del conformismo e hanno mantenuto fede al giuramento di servire la giustizia, pagando il prezzo più alto.

Se mi chiedessi in che cosa si dimostra che uno Stato è giusto e rispetta la legalità, Ti risponderei con una domanda: in quello Stato esiste la giustizia amministrativa? Cioè bisogna verificare se le Autorità accettano e praticano un sistema che mette in discussione le loro decisioni e li sottopone ad un controllo del rispetto della legge e dei canoni della giustizia sostanziale.

Questo sistema esiste in Italia dalla fine dell’ottocento e la Costituzione lo ha confermato e rafforzato, con la previsione dei Tribunali amministrativi regionali (i TAR) e ponendo al vertice il Consiglio di Stato. Eppure proprio in questi giorni si assiste ad una campagna alimentata da molti giornali e da dichiarazioni di politici di primo piano che contestano pesantemente i giudici amministrativi, attribuendo ad essi responsabilità nelle difficoltà che incontra il nostro Paese nella ripresa economica. Si scambia il medico con la malattia, cancellando di fatto il confine tra economialegale ed economia malavitosa. Così mafia e criminalità non potranno che ulteriormente espandersi e la battaglia per la giustizia sarà perduta.

Senza un sistema efficiente di controllo sugli atti delle pubbliche Autorità davanti ad un giudice specializzato e quindi particolarmente competente e con le garanzie del giusto processo, non solo arretrerebbe la legalità ma anche la democrazia. Dove chi comanda ha sempre ragione non c’è democrazia. I cittadini hanno rispetto e dignità di uomini liberi se possono ottenere giustizia non solo nei rapporti tra loro ma anche nei confronti dei loro rappresentanti, i quali ad essi in ultima istanza devono rispondere.

Uno studioso francese ha detto che il diritto amministrativo, che della giustizia amministrativa è la premessa sostanziale, è un prodigio che si rinnova giorno per giorno. Ha del prodigioso infatti che lo Stato accetti spontaneamente di sottoporsi al Diritto: questa è la più importante conquista della modernità che spetta a Voi giovani difendere oggi e ancor più domani quando noi adulti vi avremo passato il testimone.

Ciao Giulia, a presto.

Papà

le agenzie di stampa

nota Cds