Comunicato stampa

Riguardo il provvedimento cautelare del Consiglio di Stato, che ha sospeso lo svolgimento di un concorso a 40 posti di infermiere, “le reazioni degli interessati sono comprensibili, a differenza di altre. Tra queste, quella dell’onorevole Anzaldi, affidata a Facebook ma riportata da agenzie di stampa e telegiornali nazionali”. Così in una nota l’Unione nazionale avvocati amministrativisti replica a Anzaldi, che ha sottolineato come l’episodio sia un chiaro esempio che “tra gli ostacoli alla crescita del nostro Paese c’è anche la mancata riforma e modernizzazione della giustizia amministrativa con le sue storture e le sue caste”. L’episodio è “certo deprecabile per le conseguenze che ha avuto su molte persone – fanno notare gli avvocati amministrativisti -.Sembra essere mancata un’adeguata considerazione degli effetti che il provvedimento cautelare avrebbe prodotto. Ma questo non c’entra con il fatto che il giudice amministrativo sia o no un ostacolo alla crescita del Paese. E pretendere di dedurre dall’episodio conseguenze che non c’entrano – la necessità di riformare la giustizia amministrativa – è un’operazione strumentale”.

“Possiamo tranquillamente prescindere da tutti gli errori contenuti nelle dichiarazioni riportate – continua la nota – Ma il punto non sono gli errori. Il punto è il messaggio che si vuole dedurre dall’episodio: che si deve mettere mano al giudice amministrativo. Ma mettere mano come? Se si vuole dire che va eliminato un giudice che possa intervenire sugli atti delle amministrazioni, annullandoli e sospendendoli, allora va ribadita una cosa fondamentale. Se non ci fosse un giudice, nessun vizio – vero o presunto – potrebbe essere contestato all’amministrazione. Né in una procedura concorsuale che riguarda così tante persone, né in qualsiasi altro atto. Il che significa: nessuna tutela nei confronti dell’amministrazione”.

“L’assurdità di una simile pretesa – fanno notare ancora gli amministrativisti – è così evidente che non serve neppure spiegare che essa è in totale contrasto con la Costituzione e con il diritto europeo in generale. Se invece si vuol dire che il giudice amministrativo non va bene perché dovrebbe essere diverso, e che in particolare tutto dovrebbe andare al giudice ordinario (sopprimendo la “casta” di quello amministrativo), perché mai dovrebbe essere scongiurato che un giudice ordinario possa assumere un provvedimento cautelare con le stesse modalità di quello assunto ora, a fronte di una domanda pervenuta il giorno prima? Insomma, la riforma della giustizia amministrativa – conclude la nota – è un tema serio e da affrontare. Ma non è così che va affrontato”.

Milano, 17 luglio 2017